CHE DONNE!

In occasione della Festa della Donna, ho scelto di ricordare con voi alcune donne sia del passato, sia contemporanee, che hanno saputo inseguire e realizzare i propri sogni. Facciamoci accompagnare da loro in un tour nella nostra città.

Partiamo dalla Stazione Centrale, che nel 2010 è stata dedicata a Santa Francesca Cabrinipatrona dei migranti, in ricordo dei grandi flussi migratori del Dopoguerra. Su una lapide nella Stazione si legge: “Da questi binari tante volte si avventurò per le strade del mondo Francesca Cabrini, Santa per la fede cattolica, apostola di solidarietà per tutte le genti in cammino”. Madre Cabrini fu una viaggiatrice instancabile: affrontò 28 traversate atlantiche e l’attraversamento delle Ande per raggiungere Buenos Aires partendo da Panama. Raggiunse le parti più interne del Nuovo Continente, costruì asili e scuole, convitti per studentesse e orfanotrofi, case di riposo e ospedali. La sua attività era volta alla difesa dei più bisognosi, alla promozione dell’emancipazione femminile, all’affermazione dei valori della carità cristiana, solidarietà e accoglienza.

Rechiamoci adesso nella meravigliosa piazzetta Belgioioso, dove la sera del 15 settembre 202è stata inaugurata la prima statua dedicata a una donna a MilanoCristina Trivulzio di BelgioiosoUna donna libera che ha lottato per la propria autodeterminazione e per l’Italia, che ha aperto il cuore verso gli altri e puntato lo sguardo verso la giustizia sociale. La statua, in bronzo a grandezza naturale, ritrae la protagonista seduta, con i capelli raccolti sulla nuca e il sorriso “un po’ così” di chi sa che precorrere i tempi è cosa splendida, ma richiede un coraggio da leone … anzi, da leonessa.

Dal passato alla storia più recente, incontriamo una delle più grandi poetesse del ‘900: Alda Merini, la “poetessa dei Navigli”. Fra vecchi cortili, stretti vicoli e variopinte case di ringhiera, avremo l’occasione per esplorare una delle zone più pittoresche e poetiche della città. Nata a Milano il 21 marzo 1931, Alda Merini cominciò a comporre le prime liriche giovanissima. Un’esistenza difficile la sua, segnata dal disagio fisico ed economico, in un ventennale entrare e uscire da ospedali psichiatrici. In un’intervista le domandarono: Alda Merini crede in Dio?”. Così rispose: «Credo in ciò che Dio mi ha dato, che è moltissimo: la vita, i sensi, e anche, per quello che può valere, la gloria letteraria. Qualcuno diceva: “Se considero tutte le cose che Dio mi ha dato, come posso sperare che mi darà anche il Paradiso?”. Per questo ogni mattina quando mi sveglio sento il bisogno di pronunciare il mio grazie».

 La poetessa dei Navigli era convinta che la sua Milano, città perfetta, avesse bisogno di un fiore per sorridere. Per questo intinse la penna e così scrisse: «Il Poeta raccoglie dolori e sorrisi / e mette insieme tutti i suoi giorni / in una mano tesa per donare, / in una mano che assolve / perché vede il cuore di Dio».

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