Una voce fuori dal coro: “che pizza!”

Care lettrici e cari lettori, nonostante il titolo dell’articolo non sia invitante, vi posso assicurare che NON sarà noioso e non sarà una PIZZA da leggere … forse. Vi garantisco che sarà qualcosa di gustoso, qualcosa da assaggiare, soprattutto ben cotto, con i vostri ingredienti preferiti, perché vi racconterò i segreti e le curiosità della PIZZA.

Le origini – Secondo lo storico Alessandro Barbero, la pizza discende dalla parola “PITA”, una focaccia di farina cotta al forno che i Romani mangiavano con l’olio. L’olio che usavano era quello per le pastiglie dei freni delle bighe a cavallo. I Longobardi, che già all’epoca si sentivano diversi dai Romani, all’epoca tendevano a pronunciare la “T” come una “Z”, da qui la parola “pizza”.

A Napoli, nel Medioevo, le persone non si facevano nessuno di questi problemi di pronuncia ma si nutrivano più semplicemente della gustosa pietanza.

Tricolore da mangiare – La pizza margherita ha addirittura una data precisa: fu creata nel giugno 1889 dal cuoco Raffaele Esposito per onorare la regina Margherita. Una leggenda (mai smentita) narra che una fetta di quella pizza è conservata in una teca di cristallo dentro ad un congelatore nei palazzi del potere. La stessa  viene tirata fuori come “grande elettrice” in occasione delle votazioni dei vari presidenti della repubblica.

Le varietà delle pizze sono virtualmente infinite ma, secondo i puristi, ne esistono soltanto due: la margherita, l’unica pizza che si può sfogliare come il fiore, e la marinara, l’unica pizza che si può mangiare anche sott’acqua (meglio che non sia acqua di mare se no può risultare troppa salata).

Nel mondo –  La pizza diventò un piatto internazionale agli inizi del novecento, grazie ai nostri emigrati che la esportarono, facendone nascere delle versioni locali.

Negli Stati Uniti, tra una dichiarazione di guerra e l’altra, c’è la pizza hamburger, con patatine, ketchup e coca-cola negli ingredienti base.

In Russia è famosa quella a base di vodka e caviale, la regola fondamentale è che almeno un commensale non la mangi per essere sobrio e riportare tutti a casa sani e salvi.

In Giappone si nutrono di pizza in foto: in tempi antichi erano cartacee, con la tecnologia sono diventate pizze digitali.

Nei paesi africani, non importa molto del gusto della pizza, devi solo essere sempre più veloce del leone nell’arrivare in pizzeria, se no sarai tu il suo condimento per la sua “pizza” personale.

In Australia è molto conosciuta la Pizza al salto, che viene consegnata di porta in porta dai canguri locali.

Nei continenti artici, com’è facile intuire,la pizza surgelata è quella che va per la maggiore.

Quanti pizzaioli – Secondo la rivista specializzata “Sono una pizza non sono una focaccia”, in Italia ci sono 75500 pizzerie di cui sono regolari solo … Questa notizia è riservata, non vorrei subire ritorsioni. I pizzaioli sono circa 105000 di cui, 80000 di nazionalità italiane, 20000 egiziane e marocchine, 4990 di altre provenienze e una decina proveniente da altri pianeti, dove il costo della pizza è stellare.

Per chi ama fare i calcoli – Il “Teorema della pizza” non è una famosa canzone rivisitata e corretta con ingredienti diversi, ma qualcosa di molto complesso che riguarda il come dividere la pizza in parti uguali per tutti i commensali presenti nella propria dimora.

Vista la complessità del calcolo e visto che non voglio farvi raffreddare la pizza che è appena arrivata a casa vostra, auguro a tutti voi …

Buon appetito e alla prossima by Dario

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