“Sant’Antoni dalla barba bianca…”

Il 17 gennaio la Chiesa celebra la festa di Sant’Antonio Abate.

Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere prima nel deserto e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Antonio si dedicò alla cura dei sofferenti, operando guarigioni miracolose e scacciando il diavolo.

Il Santo viene spesso raffigurato con un bastone, il fuoco ai suoi piedi, un Tau e un maiale accanto a lui. Il 17 gennaio, tradizionalmente, la Chiesa benedice gli animali e le stalle, ponendoli sotto la sua protezione. A metà gennaio, è il momento in cui torna la luce e il sole risorge sull’orizzonte portando vita e fertilità ai campi, è una festa rituale dedicata alla luce e al fuoco: si chiude un anno con un falò, si brucia il passato e si riparte dalla cenere, purificatrice e fertile.

Come ho scritto più di una volta, Milano mi piace perché, quando meno te lo aspetti, ti imbatti in gioielli ricchi di storia tutti da scoprire. Infatti, proprio dietro zona Missori, vicino alla Torre Velasca, si trova la chiesa di Sant’Antonio Abate. Il complesso venne costruito nella prima metà del XIV secolo dai frati Antoniani, che lo utilizzavano per la cura del fuoco sacro. Gli Antoniani avevano il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’AntonioI maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese, con al collo una campanella.

La chiesa esternamente è un anonimo edificio, mentre dentro nasconde un mondo di meraviglie, che lascia senza fiato. La pianta è a croce latina, il soffitto è una decorazione unica e le navate sono ricche di marmi pregiati e di statue.

La cappella dell’Annunciata (seconda sulla parete sinistra) custodisce i dipinti di Giulio Cesare Procaccini, raffiguranti l’Annunciazione, la Visitazione, a sinistra, e la Fuga in Egitto, a destra, considerati fra i massimi capolavori del barocco milanese. Stupendo è il campanile quattrocentesco in laterizio, con la cuspide cestile, tipica dell’architettura lombarda. Scorrendo con lo sguardo l’armoniosa costruzione se ne apprezzano le raffinate decorazioni in cotto, le bifore con rosone della cella campanaria, le eleganti monofore.

Altra chicca da scoprire è il bellissimo chiostro bramantesco, che ricalca il chiostro di Santa Maria delle Grazie e quello della Basilica di Sant’Ambrogio; oggi è sede degli uffici universitari e dell’Azione Cattolica.
Mozart suonò l’organo della chiesa il 17 gennaio 1773, definendola“la chiesa degli angeli”.
La chiesa di Sant’Antonio Abate, esclusa dagli itinerari turistici soliti, è un bellissimo esempio di arte, architettura e cultura ed è stata da qualche anno dichiarata monumento nazionale italiano per la preziosità delle sue ricchezze e per il suo valore storico.

È da vedere!!!

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