La Madonna pellegrina

Nella nostra chiesa parrocchiale, appena entrati sul lato a destra, c’è una piccola Cappella dove trovano posto le statue dei santi: Giustina, Antonio, Teresa, Rita, e sul davanzale della finestra una statua della Madonna che ha incuriosito alcuni fedeli: è la statua della “Madonna Pellegrina” ed è davvero un poco “pellegrina” perché al momento non ha ancora una sistemazione definitiva.

Alcuni si sono incuriositi sul perché le si dà questo nome e quale è la sua storia. È una storia che ha avuto un posto notevole e importante nella devozione alla Vergine Maria nella nostra parrocchia e nella Diocesi milanese.

Occorre ritornare alla fine della guerra (1940-45) il parroco di allora Mons. Luigi Tognola si accordò con il parroco di Santa Maria alla Fontana, Mons. Ennio Bernasconi e assieme proposero all’Arcivescovo Ildefonso Schuster (ora proclamato “Beato” ) l’iniziativa di attuare per tutta la Diocesi di Milano una serie di processioni serali a rotazione in tutte le parrocchie come ringraziamento a Maria Vergine per la sua protezione durante la guerra appena terminata.
Queste due nostre chiese erano state colpite dai bombardamenti e stavano allora attuando non solo la ricostruzione materiale degli edifici ma anche un cammino nella vita civile e religiosa.

Si prepararono quattro statue della Madonna che presero il nome di Madonna Pellegrina perché destinate ad essere portate in processione in tutte le par- rocchie della Diocesi. Vi fu un’entusiasta partecipazione di popolo in ogni parrocchia: adulti, giovani, bambini si misero in cammino a lode di Maria con queste statue della “Madonna Pellegrina”.

Grande partecipazione, profonda devozione, unanime entusiasmo, ci fu purtroppo anche un tentativo di bloccare questo momento grande di fede: eravamo in un periodo in cui l’Italia si stava riprendendo nella vita civile, superando momenti di lotte, di divisioni, di incomprensioni, di vendette.

E nella parrocchia di Bareggio (nella zona di Rho) fu lanciata una bomba contro la statua portata in processione la quale ebbe un braccio ed una mano spezzate: ma la Madonna salvò tutti i bambini che erano i più vicini.

Vi fu grande spavento e paura. E la Madonna li protesse cosicchè vi furono solo lievi danni tra la folla e solo la statua rimase danneggiata. La parrocchia (che era in fase di progetto) in quella zona di Bareggio venne dedicata appunto a Lei.

Terminata tutta la serie di processioni nella Diocesi le statue furono donate a quattro parrocchie: la statua “ferita” fu lasciata ed è ancora oggi in quella parrocchia ed è ancora viva la devozione degli abitanti della zona, una seconda venne portata nella chiesa interna dell’ospedale di Niguarda, perché sia protettrice di tutti gli ammalati, una terza venne donata a quella lontana e tanto povera parrocchia di Affori Est in Bangladesh, fondata in quegli anni da Padre Luigi Oggioni missionario partito dal nostro quartiere e infine la quarta venne donata dai Cavalieri del Santo Sepolcro alla nostra parrocchia e posta sull’altare della cappella dell’allora Oratorio femminile S. Agnese ora trasformata in aula per conferenze.

Il “pellegrinaggio“ di Maria SS. nella nostra Diocesi nel 1949 fu uno dei momenti più belli e di testimonianza di fede e di ringraziamento a Maria al termine di quegli anni turbolenti e faticosi per ritornare ad una vita di normalità, di ricostruzione e di pace,

È bello riandare con il ricordo, ma anche con la preghiera, a quegli eventi e ai tanti aspetti della devozio- ne a Maria che da sempre si vivono nella nostra parrocchia. E questa statua, anche se oggi sembra ancora essere “Pellegrina”, ci ricorda quei momenti faticosi, tristi, attraversati da gravose difficoltà, odi, dissidi, disordini che stavano imperversando in “coda” alla guerra che aveva portato lutti e dolori per cinque lunghi anni, ma che poi erano stati accompagnati da una fede e da una preghiera di popolo con Maria Pellegrina per tutte le parrocchie della nostra Diocesi, per iniziativa afforese.

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