Come di consueto, monsignor Mario Delpini ha pronunciato parole chiare anche nella ricorrenza del 7 dicembre, rivolgendosi a Milano, ai milanesi e a tutta la comunità ambrosiana.
Riportiamo di seguito alcuni stralci del discorso del nostro arcivescovo che riteniamo particolarmente significativi e sui quali meditare in questi giorni di Festa:
“In questo nostro tempo confuso, di frenetica ripresa e profonda incertezza, che tende a censurare un vuoto interiore, chi ha la responsabilità del bene comune è chiamato ad essere autorevole punto di riferimento con discorsi seri e azioni coerenti, con la saggezza di ricondurre le cose alle giuste dimensioni, di sorridere e di far sorridere”.
“In un tempo di fatica esistenziale per tutti, occorre uno stile nell’esercizio dei ruoli di responsabilità che assicura e rassicura, che protegge e promuove, nella fermezza e nella gentilezza”.
“L’esercizio della responsabilità richiede una dura ascesi per coniugare fermezza e gentilezza, giudizio sulle azioni e rispetto per le persone, pazienza e determinazione, pensiero lucido e parola amabile”.
“L’esercizio della responsabilità richiede molte virtù: l’onestà, il discernimento, la prudenza, la fortezza, la mitezza, il senso dell’umorismo e alcune che mi sembrano particolarmente necessarie oggi, come la lungimiranza, la stima di sé e la resistenza”.
“Pensando alla priorità da dare alla famiglia, rifletto sulla necessità di promuovere e di curare la gentilezza della relazione tra marito e moglie, il rapporto tra l’uomo e la donna come rapporto di reciprocità, nella pari dignità e nella valorizzazione della differenza”.
“Non possiamo chiuderci in noi stessi, costruendo mura per la nostra sicurezza. La sicurezza di un popolo, di una città, di una famiglia, di una persona non dipende dal suo isolamento, ma dalle relazioni di buon vicinato e dalle alleanze da stabilire e da onorare”.
“La crisi demografica che minaccia di condannare all’estinzione la nostra popolazione non si risolve solo con l’investimento di risorse materiali in incentivi e forme di assistenza, ma certo se gli investimenti e i provvedimenti, la legislazione e le delibere sono orientati a favorire chi preferisce non farsi una famiglia, non avere figli, chi vorrebbe formarsi una famiglia e avere figli, si sentirà più solo”.
“Mi sembra di raccogliere l’impressione di una impotenza a proposito dell’educazione dei giovani. Sembra che abbiamo tutti i mezzi per spingere avanti i giovani, per predisporre condizioni propizie, per realizzare ogni desiderio, ma non siamo in grado di dire verso dove convenga andare, non siamo in grado di dimostrare con semplicità, sincerità e gentilezza che vale la pena di diventare adulti”.
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