Una Via Crucis da riscoprire

Alcuni comparrocchiani hanno chiesto se fosse possibile rivedere “quella preziosa Via Crucis che è stata esposta all’altare di S. Giuseppe qualche anno fa”. Ben volentieri rispondo da queste colonne aggiungendovi alcune note storiche per meglio comprendere quanto sia un prezioso capolavoro che, custodito nel nostro Archivio, ben merita di essere meglio conosciuto ed apprezzato. È doveroso presentarlo con alcune notizie di storia: sul quotidiano “La Gazzetta di Milano” del 12 Aprile 1864 (v. foto) appare notizia a firma del parroco di S. Giustina in Affori don Giovanni Panceri: “Il sign. LUIGI MAURO, addetto allo Studio del Banchiere Giulio Belinzaghi di Milano, faceva erigere a tutte sue spese una magnifica e artisticamente preziosa Via Crucis che, per singolare suo pregio, merita d’esser ricordata al pubblico.”

Prima di dare alle stampe questa notizia, come già fece nel 1862 per pubblicizzare l’inaugurazione del nuovo altare maggiore, il parroco Don Panceri aveva invitato persone note in campo artistico, critici d’arte e autorità locali per una visita alla decantata Via Crucis ottenendone lusin- ghieri apprezzamenti. In un documento trovato nel nostro Archivio si legge in proposito : “Magnifica Via Crucis a stampa, autore il famoso incisore francese J. CAROT – Ed. Massard – Imprim. Villain – Ed. Daniel Paris. Benedetta da un Frate Minore Osservante del Convento di S. Angelo in Milano. Artistiche cornici intagliate in legno da Ambrogio Ghezzi di Niguarda – Dati tecnici: stampa su carta speciale- col. pastello – primo ‘800 francese”

Questo il suo biglietto di presentazione che a mio parere già la qualifica come un vero capolavoro, un prezioso reperto da ammirare e conservare. Tempo fa in sacrestia era murata  “a perpetua memoria” una lapide in cui si ricordava il nobile gesto del dono della Via Crucis da parte del nostro comparrocchiano.

In alcune foto degli anni ’30 la si può notare appesa ai lati delle due cappelle laterali. In seguito agli eventi bellici venne temporaneamente sostituita da un’altra meno preziosa. Ricostruita la parte danneggiata della parrocchiale, venne instaurata la Via Crucis dipinta ad olio dal pittore Cocquio, da lui donata alla parrocchia nel 1950 e attualmente esposta con le dorate cornici in legno originali del 1864.

Qualche anno fa venne ritrovata l’antica Via Crucis tra carte e documenti di archivio e quindi la riproposi alla attenzione dei parrocchiani esponendola in Salone Justineum, all’altare maggiore nel 2011 e nel Aprile 2015 in cappella di S. Giuseppe.

Questa la storia e l’apprezzamento del suo valore artistico, ma il suo valore intrinseco sta nell’intensità dei sentimenti di Gesù che va al sacrificio di Se stesso, negli sguardi verso la folla, la propria Madre, la Veronica, la crocefissione, lo sguardo al Cielo, al Padre. Molto significativa la scena della deposizione: il dolore sofferto con grande dignità e compostezza dalla Madre che ci guarda con un viso segnato da una immensa sofferenza e accettato col SI dell’annunciazione. Un realistico intreccio di sentimenti molto ben raffigurati con arte e fede.
Anche in questi messaggi che arrivano al cuore sta il profondo valore di fede di queste immagini magistralmente dipinte con tenui colori a pastello che compongono una Via Crucis ritrovata.

Secondo il giudizio di chi se ne intende di arte sacra mi sembra quindi che possa ben essere qualificata fra i vari tesori d’arte che la nostra parrocchia si onora di possedere e si impegna di conservare. Un prezioso patrimonio che i nostri avi hanno acquisito con cura e fede e ci hanno trasmesso con amore.

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