La Solennità del Natale è sicuramente la festa più cara alla maggioranza dei cristiani. Anche coloro che non frequentano più la Chiesa, o partecipano raramente alla vita sacramentale, sentono la bellezza di questo giorno.
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Purtroppo, però molti non conoscono più il significato più vero e profondo della celebrazione natalizia.
Il Natale non è primariamente la festa dei bambini o della famiglia (lo diventa di conseguenza), ma è la Memoria Viva e Gioiosa della Venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi.
Il Natale è la festa della Luce, perché colui che è nato a Betlemme è la luce che illumina il cammino di ogni uomo.
In Lui e per Lui si compie la profezia del profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; sucoloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1).
L’evangelista Giovanni dice di lui: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,4 – 5).
Continuiamo a vivere in una terra tenebrosa. Per questo dobbiamo lasciarci illuminare dalla Luce vera che è Cristo.
Nella Chiesa dei primi secoli i cristiani venivano chiamati “ILLUMINATI”. Dovrebbe essere così anche per noi.
Che il Signore illumini le parti oscure della nostra vita e che noi possiamo diventare testimoni della “Luce vera” per il mondo che è nelle Tenebre.
Nel suo discorso alla città in occasione della festa di S. Ambrogio, l’Arcivescovo Mons. Mario Delpini parla delle tenebre presenti tra noi, che generano una forte inquietudine.
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«Mi sembra che tutti debbano vivere nell’inquietudine provocata dall’interrogativo: e gli altri? E gli altri, i bambini che subiscono violenze e abusi? Le altre, le donne maltrattate, umiliate, picchiate in casa? Gli altri, quelli che non hanno voce, quelli che abitano la città senza che noi ce ne accorgiamo? E gli altri, quelli che non hanno casa, quelli che non hanno assistenza sanitaria? E gli altri, quelli che lavorano troppo e sono pagati troppo poco? E gli altri, i ragazzi che si associano per commettere violenze, per rovinare i muri della città e le cose di tutti, per rovinare la propria giovinezza e rendersi schiavi di dipendenze spesso irrimediabili?».
Queste sono le tenebre del nostro tempo che ci spaventano.
Il Natale ci chiede di non arrenderci, ma di continuare a sperare e diventare luce col nostro impegno e la nostra preghiera.
E sia così per tutti e per ciascuno.
Don Edy
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