La XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù

21 Novembre 2021

“Siate costruttori tra le macerie”

Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire,
ma per vincere la tentazione di rimanere stesi
sui pavimenti delle nostre paure -questo è il pericolo -,
e non rimanere rinchiusi nei nostri pensieri a piangerci addosso”.

E’ l’invito rivolto da papa Francesco ai giovani nella messa celebrata il 21 novembre 2021 nella Basilica di San Pietro nella solennità di Cristo Re, 36/a Giornata Mondiale della Gioventù celebrata a livello diocesano.

“È il compito più arduo e affascinante che vi è consegnato – ha affermato -: stare in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli; essere sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne; essere costruttori in mezzo alle macerie, ne sono tante in questo mondo di oggi, tante; essere capaci di sognare, e questo per me è chiave, un giovane che non è capace di sognare è diventato vecchio prima del tempo”.

“Perché questo fa chi sogna: non si lascia assorbire dalla notte ma accende una fiamma, una luce di speranza che annuncia il domani. Sognate, siate svegli, e guardate il futuro, con coraggio. “, ha spiegato il Pontefice “Vorrei dirvi che noi, noi tutti, vi siamo grati quando sognate: quando fate di Gesù il sogno della vostra vita e lo abbracciate con gioia, con un entusiasmo contagioso che ci fa bene! Fate chiasso!”. 

“Grazie per quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio –ha soggiunto -, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo”.

“Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità – ha detto ancora il Papa -, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione”.    

“E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare!

“Non vivete addormentati ,né anestetizzati. No, sognate vivi. Questo aiuta noi adulti e la Chiesa. Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo e dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!”. “E vorrei dirvi un’altra cosa: tanti vostri sogni corrispondono a quelli del Vangelo. La fraternità, la solidarietà, la giustizia, la pace: sono gli stessi sogni di Gesù per l’umanità”.

“Non abbiate paura di aprirvi all’incontro con Lui – ha esortato -: Egli ama i vostri sogni e vi aiuta a realizzarli. Il cardinale Martini diceva che alla Chiesa e alla società servono ‘sognatori che ci mantengano aperti alle sorprese dello Spirito Santo”.

E’ bello. Vi auguro di essere tra questi sognatori!”

Enciclica sociale

Dalla «Rerum novarum » alla «Laudato sì»

Del Cardinale Gualtiero Bassetti

A pochi giorni dall’istituzione della giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, dopo la recente presentazione da parte del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, del Clean Power Plan, e a pochi mesi dalla 21a Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici, non si può non sottolineare l’estrema attualità della Laudato sì. Un’enciclica che, seppur «giovane», ha già svolto una funzione di rilievo: assegnare alla questione ambientale una dignità pubblica mondiale che non si limita solo ai ristretti ambiti scientifici ma supera ogni polemica giornalistica e oltrepassa gli steccati ideologici delle arene politiche.

Una sfida gigantesca, questa della Laudato si’, di cui mi preme sottolineare due aspetti. Il primo, consiste nella novità storica di questa enciclica che coincide, non casualmente, con l’eccezionale momento di transizione che sta vivendo il mondo contemporaneo. Il secondo, invece, è «la radice umana della crisi ecologica», cioè un’analisi del potere sulla scorta delle riflessioni di Romano Guardini.

Senza dubbio, l’importanza di questa enciclica è paragonabile alla rilevanza che ebbe la pubblicazione della Rerum novarum  nel 1891 da parte di Papa Leone XIII. Quell’enciclica di Papa Pecci aprì lo sguardo materno della Chiesa su un mondo che era allora ancora inesplorato per il magistero pontificio: quello della questione operaia. Con la Rerum novarum venne fatta luce su una fase di transizione importantissima: il passaggio da una società agricola a una industriale, dalla campagna alla fabbrica e, in definitiva, dal notabilato alla società di massa.

Oggi c’è un passaggio ulteriore. La società di massa è diventata una società globale sempre più polverizzata e liquida. Nell’enciclica di Leone XIII i riferimenti ambientali erano il «fabbricato» in cui gli operai lavoravano e il «suolo» occupato da quella fabbrica, mentre i soggetti che vi agivano erano gli operai e i padroni. Oggi queste realtà sono profondamente mutate. Il sistema produttivo è ovunque. E ogni aspetto del creato può essere potenzialmente utilizzato e manipolato dalle tecnoscienze con ripercussioni profondissime nella vita di ogni essere umano.

Non è un caso, infatti — e vengo al secondo aspetto — che il Papa nell’enciclica citi più volte un libro di Romano Guardini, La fine dell’epoca moderna, per sottolineare questo passaggio storico delicatissimo che il teologo tedesco aveva intuito già a metà del Novecento: cioè la crisi del mondo moderno e l’inizio di una nuova umanità ordinata dalla tecnica. Una nuova società in cui l’uomo — definito come «uomo-non-umano» — domina sulla natura in modo illimitato, quasi tirannico, senza mettere un limite al proprio potere. E così «sia la natura, sia l’uomo stesso» sono «sempre più alla mercé dell’imperiosa pretesa del potere, economico, tecnico, organizzativo, statale».

Ecco la sfida più importante lanciata dalla Laudato sì : mettere un freno a quella sorta di «potere ingovernabile» — che Francesco ha chiamato come il «paradigma tecno-economico» — che riduce l’uomo e l’ambiente a semplici oggetti da sfruttare in modo illimitato e senza cura.

L’Osservatore Romano 21 agosto 2015

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