Diamoci una regola(ta)!

Un nuovo anno pastorale prende avvio e così anche la possibilità che mi è data di condividere qui alcune riflessioni circa il carisma francescano, alcuni spunti che possono dire l’attualità della figura di san Francesco d’Assisi e che possano aiutarci a crescere insieme nella nostra vita di fede. Sono infatti già passati otto secoli dalla vicenda storica del Poverello di Assisi, eppure la sua esperienza non smette di essere capace di illuminare la nostra! Un’occasione preziosa per fare memoria grata della vita del Serafico Padre ci è offerta dalla felice ricorrenza di alcuni anniversari particolari: nell’arco di un quadriennio (2023-2026) noi frati di tutto il mondo ci troviamo ad attraversare quattro veri e propri “Anni Santi” francescani.

  • 1223-2023: ottavo centenario della Regola francescana e del Natale di Greccio.
  • 1224-2024: ottavo centenario dell’impressione delle Stimmate, sul monte della Verna.
  • 1225-2025: ottavo centenario del Cantico delle creature.
  • 1226-2026: ottavo centenario della Pasqua di Francesco, il suo passaggio alla vita eterna, avvenuto la sera del 3 ottobre 1226 ad Assisi.

Quattro momenti che sono stati riuniti in un unico Centenario Francescano, per tenere insieme alcuni passaggi fondamentali dell’esperienza di Francesco, episodi che attestano il suo profondo e singolarissimo rapporto con il Signore e la freschezza della sua testimonianza evangelica. 

Già da tempo sono state organizzate e presentate mostre, convegni e incontri per vivere la prima delle quattro tappe del Centenario Francescano, mentre pian piano ci avviciniamo alla data della memoria liturgica dell’approvazione della Regola di san Francesco da parte del Papa, il 29 novembre. 

Seguendo anche noi tale percorso allora, vogliamo provare nei prossimi mesi a lasciarci interrogare dalla presenza di questo testo, la Regola francescana. Potrebbe in effetti sembrare strano, a prima vista, che un testo normativo abbia qualcosa da dire a proposito della bellezza, della profondità e della complessità della vita e dell’esperienza spirituale. Non lasciamoci però ingannare, affamati come siamo dalla difesa di ogni nostro diritto personale, della privacy, della libertà individuale: tutta la Tradizione della Chiesa ci tramanda difatti una storia in cui le “regole” sono luogo in cui è dato di conoscere il volto di Dio e il volto dell’uomo, spazio di incontro reale tra i due. Se pensiamo alla Legge, ai Dieci Comandamenti, alle Beatitudini, ma anche alle prime Regole monastiche ci rendiamo conto che vi è sempre da una parte Dio che si manifesta, attraverso la sua Parola o un’esperienza spirituale particolare (come quella dei vari monaci), e che offre all’uomo di diventare suo alleato e, dall’altra, un soggetto che decide liberamente se abbracciare la proposta di Dio impegnandosi in un cammino di fedeltà a Colui che ha percepito come fedele ed affidabile. Detto in altre parole, nelle “regole” scopriamo di più il Signore e scopriamo di più noi stessi.

Ciascuno di noi avrà sicuramente fatto esperienza della capacità che hanno le “regole” di indirizzarci verso una strada piuttosto che un’altra. Senza regole siamo persi, in balia dei desideri, del “faccio quello che mi sento”. Mediante le regole invece ci mettiamo alla prova, nel desiderio di darci dei limiti e di crescere nelle virtù. Non credo sia un caso che tanti nostri pastori, in tempi recenti, insistano sulla necessità di avere ognuno una Regola di vita (penso alla “regola di vita per i nonni” dell’arcivescovo Delpini ma anche alla “regola di vita” che i 18enni consegnano all’arcivescovo in occasione della Redditio Symboli in Duomo).

All’inizio di un nuovo anno pastorale, rientrati dalle vacanze, lasciamoci dunque provocare dalla necessità di maturare una personale Regola che dia ragione della libertà che ci è donata, che ci permetta di vivere quotidianamente in accordo con l’esperienza di Dio che abbiamo fatto, che ci aiuti a combattere la dispersione a cui inevitabilmente andremo incontro nelle nostre frenetiche agende. Una Regola, a mo’ di quella di Francesco, che restituisca al Signore un luogo in cui incontrarci e che consenta a noi di orientare con decisione la nostra vita nella direzione del Vangelo. 

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