Aumentano gli accessi agli empori della Caritas

Emporio e Botteghe della solidarietà costituiscono ormai, nella diocesi di Milano, un articolato sistema di centri di erogazione di aiuti alimentari. Promossi e coordinati da Caritas Ambrosiana, servono persone e famiglie di tutte le parrocchie di un decanato (gli Empori, 14 in diocesi) o di una singola parrocchia (le Botteghe, pure ormai 14 nel territorio ambrosiano). 

A entrambe le strutture si accede sulla base di un progetto, che i beneficiari concordano con il Centro d’ascolto inviante, e tramite una tessera a punti, caricata mensilmente in base alla composizione del nucleo famigliare; la tessera dura 6 mesi, rinnovabili per altri 6. 

La rete di Empori e Botteghe ha scopi non solo assistenziali, ma soprattutto educativi. La spesa viene fatta dai beneficiari, infatti, acquistando ciò di cui hanno davvero bisogno; le famiglie sono accompagnate ad amministrare il patrimonio dei punti assegnati e a maturare comportamenti di consumo più avveduti e sostenibili, meno esposti ai rischi di spreco e indebitamento. 

Nel 2021, le strutture della rete Caritas (come dimostra la tabella che pubblichiamo) hanno dovuto registrare un’impennata di richieste di aiuto e di accessi di beneficiari: in sintesi, hanno servito oltre 19 mila persone (+64,16% rispetto al 2020) appartenenti a 5.712 nuclei famigliari (+83,31%).

 La tendenza è in atto anche nel 2022, e in alcuni casi si sono già registrate – da parte di alcuni Empori – richieste relative alla possibilità di erogare aiuti a profughi provenienti dall’Ucraina. Tramite Caritas Italiana, è stato chiesto di poter distribuire anche a queste persone aiuti Fead (resi disponibili dall’Unione Europea), ammettendo ai centri di erogazione un maggior numero di “saltuari” rispetto alle quote consentite dalle norme. 

Ecco il pensiero di monsignor Delpini su questo servizio, espresso in occasione dell’inaugurazione dell’Emporio di Vimercate lo scorso marzo:

«In questi giorni in cui assistiamo al terribile sperpero di vite e di risorse causato dalla guerra, in cui ci sentiamo come schiacciati dalla quantità di un male che sembra travolgerci – si è domandato monsignor Delpini –, cosa facciamo noi qui? Noi realizziamo un’opera apparentemente piccola, rivolta a un numero di poveri apparentemente piccolo. Ma con questi piccoli gesti dichiariamo di credere nella forza del bene, persuasi che Dio benedice l’umanità attraverso gesti minimi. Qui convergono, per aiutare e farsi aiutare, persone che credono che il bene è più tenace del male, il quale fa rumore ed è aggressivo, ma si stanca. Prima o poi le guerre finiscono. Ed è allora che i piccoli gesti di chi crede nel bene rimediano alla stupidità e alla distruzione che la cattiveria semina nella storia. Inaugurando oggi l’Emporio, testimoniamo la fede in un Dio che è alleato del bene piccolo, tenace, intelligente, che incoraggia a mettersi insieme, praticato da tanti figli degli uomini».

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